Antonio Zizi
Un sardo di Maremma. Testardo, nel lavoro e nei sogni da realizzare. E pensare che da ragazzino, all’inizio degli anni Settanta, gli avevano affidato le pecore. Sembrava un destino naturale. Non per lui, che immaginava una valle tutta sua. A misura di piante e cavalli, di casali e sentieri. Ci portava il gregge a pascolare ma intanto inventava. E non ha smesso un istante. Adesso Valle Felciosa è lì, esiste per davvero. Vedere per credere.
Un sardo di Maremma. Generoso, nell’amicizia e nelle sfide. Capace di immaginare un giardino che ancora non esiste, su un poggio arso. E di farlo crescere anno dopo anno, come fosse il suo, nell’armonia perfetta e selvaggia di quella macchia che conosce e ama e che rende Capalbio e Pescia Fiorentina un patrimonio unico, da preservare e coltivare.
Per raccontare Antonio bisogna passeggiarci insieme. Osservarlo mentre ascolta e intanto allunga una mano per togliere qualche foglia secca da un albero o un cespuglio. Mentre tasta la terra con la punta della scarpa o ci infila le dita per capire se respira, se ha acqua a sufficienza, se sarà quella giusta o sbagliata per l’ulivo che dovrà piantarci. Per te.
Per raccontare Antonio bisogna consumarci insieme una sera d’estate nel circolo che ha fatto crescere pietra su pietra, mentre ti racconta di quando lavorava per Niki de Saint Phalle a tirar sù i Tarocchi del suo giardino e intanto studiava come avrebbero dovuto essere le case che voleva costruire lui. In quale posizione, con quale sguardo verso il sole e verso il mare oltre le dune di Chiarone, dove al tramonto cavalca a pelo i suoi puledri.
Un sardo di Maremma, con un senso profondo della famiglia. Paola, sua moglie. Valeria e Veronica, le due figlie. Uno che s’è inventato tutta una vita da zero. Quella che voleva.
Perciò se avete intenzione di mettere radici a Pescia Fiorentina, per un mese o per sempre, prendeteci almeno un caffè. Fateci un giro. Fatevi raccontare. Non sarà mai tempo buttato.
Andrea Purgatori